[Harry Potter] Portati via

[31/10/11] HP That night

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Ferao_
     
    .

    User deleted


    Fandom: Harry Potter
    Rating: Per tutti
    Personaggi/Pairing: Bathilda Bath
    Tipologia: Flash Fiction
    Lunghezza: 500 parole (contatore Word)
    Avvertimenti: Nessuno
    Spoiler! Nessuno
    Genere: Drammatico, Introspettivo
    Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K. ROWLING che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in "Harry Potter", appartengono solo a me.
    Credits: Nessuno
    Note dell'Autore: Questa è la sera del 31 ottobre 1981 dal punto di vista di Bathilda Bath. I dettagli sul fatto che facesse spesso compagnia ai Potter, che vivessero nello stesso paese e che le loro case stessero distanti (si parla di "parecchie case" di mezzo) provengono da "Harry Potter e i Doni della Morte". Il riferimento a Gellert Grindelwald riguarda il fatto che lui è il nipote di Bathilda e che, ovviamente, essendo stato incarcerato l'ha "lasciata sola" (sempre riferimento ai Doni).
    Introduzione alla Fan's Fiction: Restasti lì a guardare, mentre maghi e Babbani si affacciavano da porte e finestre.
    Restasti lì a lacrimare in silenzio, perché non riuscivi proprio a urlare.
    Il tuo unico pensiero: me li hanno portati via.







    Dormivi, ovviamente. Avevi una certa età, ormai… non potevi più permetterti di fare le ore piccole.
    Poi un rumore ti svegliò: dei bambini particolarmente spiritosi aveva bussato alla tua porta facendo un baccano infernale.
    Maledetti ragazzini, pensasti. Ogni Halloween la stessa storia.
    Non capivi proprio come ci si potesse divertire, disturbando una povera vecchia come te.
    Non ti alzasti, decidesti che non ne valeva la pena. Li avresti ignorati, come tutti gli anni, e loro se ne sarebbero andati scontenti… magari lanciando delle uova contro le finestre.
    Niente che un “Gratta e netta” non possa sistemare.
    Così rimanesti a letto, nel rassicurante tepore delle coltri, cercando di tornare al tuo meritato riposo; il sonno, però, sembrava ormai scomparso.
    Maledetti ragazzini.

    Ad un tratto hai spalancato gli occhi.
    Non eri una persona superstiziosa, non lo sei mai stata e – credimi – non lo sarai mai; però, a un certo punto, l’hai sentito.
    C’era qualcosa quella sera, qualcosa che non aspettava altro che di accadere.

    Tutte sciocchezze ovviamente, stupide suggestioni provocate dall’atmosfera di quella stupida festa, lascia perdere, Bathilda, sono quasi le undici, domani devi svegliarti presto per rispondere a quelle lettere ed è meglio se-

    E poi l’esplosione.
    Fu così forte che ti fece dimenticare quanti anni avevi, e balzasti giù dal letto con l’agilità di una donna molto più giovane; tutte le pareti tremarono, e ti copristi le orecchie con le mani in un disperato tentativo di non sentire quel boato che invadeva casa tua, come se l’esplosione fosse stata proprio lì, dentro la tua stanza… Come se riguardasse anche te, se colpisse anche te…

    Non poteva essere uno stupido scherzo di Halloween. Non poteva. Chi diamine avrebbe potuto fare una cosa del genere per pura e semplice goliardia?
    Con i timpani ancora vibranti per il rombo dell’esplosione ti infilasti una vestaglia e uscisti in strada, ignorando il freddo penetrante che si insinuava nelle tue pantofole. Avevi così tanta fretta che dimenticasti anche la bacchetta – che comunque, alla fin fine, non ti sarebbe servita a nulla. Anzi, probabilmente l’avresti anche lasciata cadere a terra, nell’inutile ma inevitabile gesto che doveva esprimere tutto il tuo stupore, la tua incredulità, il tuo dolore.

    C’era parecchia strada da fare per arrivare dai Potter, eppure il boato era giunto fino a te.




    Restasti lì a lungo, tremando dal freddo e dalla paura, ad osservare i resti di quella che era una piccola casa di recente costruzione, ancora da sistemare.

    Restasti lì a guardare, mentre maghi e Babbani si affacciavano da porte e finestre.
    Restasti lì a lacrimare in silenzio, perché proprio non riuscivi a urlare.
    Il tuo unico pensiero: me li hanno portati via.





    Da che ricordi sei sempre stata sola; dopo Gellert, poi, ancora di più.
    Ma quei ragazzi… ti tenevano compagnia; era come se fossero tuoi. Era come riavere la tua famiglia, quella vera
    E te l’avevano portata via.



    E quando l’indomani ti dissero che erano eroi, che il loro bambino era un eroe, non ti importò.
    Te li avevano portati via. Punto.
     
    Top
    .
0 replies since 27/11/2011, 19:33   90 views
  Share  
.